Nutrie, è guerra tra Comuni e animalisti

29 luglio 2015

Nutrie, è guerra tra Comuni e animalisti

Nutrie nemico numero uno. Amministrazioni schierate contro il roditore in tutta la Provincia, dove negli ultimi mesi le ordinanze per l’abbattimento della specie, stanno fioccando una dietro l’altra. L’ultimo Comune è Caldogno, che venerdì ha decretato lo stato di “emergenza nutrie” firmando un’ordinanza per l’eliminazione controllata per mezzo di armi da fuoco, ad aria compressa e cattura con gabbie.«Esiste il problema del deterioramento degli argini dei corsi d’acqua - spiega il sindaco Marcello Vezzaro - l’alluvione del 2010 impone controlli serrati, visto il continuo aumento di esemplari».Un provvedimento simile a quello già adottato a Villaverla e Sandrigo e, prima,ad Arcugnano, Brendola,Creazzo, Altavilla, Costabissara e Isola Vicentina.A denunciare il pericolo delle nutrie per l’agricoltura e la sicurezza idraulica sono anche Coldiretti e il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, ribadendo i rischi derivanti dalle gallerie scavate dalle bestiole, oltre ai costi, circa 400 mila euro l’anno, necessari per sistemare gli argini groviera.Motivazioni fragili secondo l’Enpa e la Lav vicentine: «Queste ordinanze sono frutto di allarmismi ingiustificati, si parla di emergenza ma le bestie non sono mai state censite -attacca il responsabile delle guardie zoofile Renzo Rizzi -a Isola abbiamo contato quattro tane, di cui solo due attive». Annunciando l’avvio di un censimento provinciale,l’Enpa è pronta a segnalare alle autorità chi verrà scoperto a sopprimere le nutrie con metodi cruenti: «Queste ordinanze sono ingiustificate,non è chiaro in che modo gli animali possano essere uccisi senza causar loro sofferenze», continua Rizzi in prima linea con oltre 40 guardie zoofile per denunciare gli agricoltori che non rispettano il limite dei quattro metri tra colture e corsi d’acqua, vera causa del collasso degli argini secondo l’associazione. COLDIRETTI E CONSORZIO DI BONIFICA. «Non accettiamo accuse ingiuste, tanto più che gli agricoltori sono i primi custodi del territorio», replica il presidente di Coldiretti Martino Cerantola, mentre il numero uno del consorzio di bonifica Silvio Parise sottolinea:«Il limite di quattro metri è stato istituito nel 1904 non per i danni dell’agricoltura agli argini, ma per consentire ai consorzi di effettuare manutenzioni».LA PROPOSTA. Dalla Lav, che ricorda come nel triennio 2009-2011 siano stati uccisi 11 mila esemplari, arriva la proposta della protezione meccanica degli argini con reti,per evitare scavi di tane e un programma di sterilizzazione delle nutrie.

Cacciatori e agricoltori con porto d’armi autorizzati a sparare

Nonostante la sfilza di ordinanze, in materia di contenimento delle nutrie regna ancora il caos. Dopo che,con la legge 116 del 2014 l’animale è stato escluso dalle specie selvatiche venendo equiparato a ratti e topi, non più protetto, la Provincia,fino allo scorso agosto deputata al controllo numerico della specie mediante il proprio corpo di polizia, ha comunicato alle amministrazioni di non essere più preposta a quel compito. Diì,nel mare magnum delle competenze, la palla è passata e continua a passare a consorzi di bonifica, genio civile,Ulss e Comuni,che hanno infine optato per le ordinanze di abbattimento. Un documento però poco chiaro soprattutto sulle modalità di contenimento e su chi sia autorizzato a metterle in atto.L’ordinanza di Caldogno prevede ad esempio che le bestiole siano uccise con armi da fuoco,dal fucile a anima liscia e munizione spezzata alla carabina di piccolo calibro o con pistole ad aria compressa di potenza non superiore a7,5 joule ma anche con non meglio specificati metodi consentiti a tutti i cittadini che, non potendo usare armi da fuoco né veleni,“potranno procedere alla soppressione delle nutrie,evitando sofferenze inutili all’animale”,si legge nel documento. Sistemi che,da sempre ,si traducono in
annegamenti o uccisioni con spilloni in ferro e contro i quali si scagliano gli animalisti. Da ordinanza solo cacciatori e agricoltori in possesso di porto d’ armi sono autorizzati a sparare e solo i proprietari di aziende agricole, i collaboratori abilitati dalla Provincia e il personale del genio civile, del Comune,dei consorzi di bonifica possono catturarli con gabbie-trappola e sopprimerli, per poi smaltirne le carcasse seppellendole.