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Il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta viene costituito con provvedimento della Giunta Regionale del Veneto n. 1408 del 19 maggio 2009.
Gli attuali Consorzi di Bonifica italiani hanno una storia antica e sono i figli degli antichi consorzi irrigui e di colo, costituiti fra i proprietari in epoca romana. Riappaiono poi nel Medioevo e nel Rinascimento, a supporto dello Stato e diventando, col tempo, delle vere e proprie istituzioni pubbliche. L’esperienza secolare nelle opere di bonifica ed irrigazione genera, in Italia, lo sviluppo di forme di avanguardia del diritto delle acque.
I Consorzi di bonifica sono enti di diritto pubblico economico sorti intorno al 1930, che curano l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica e controllano la sicurezza idraulica (impianti idrovori, canali di bonifica, ecc…), la gestione delle acque destinate all’irrigazione (impianti e reti irrigue), la partecipazione ad opere urbanistiche e la tutela del patrimonio ambientale ed agricolo.
L’Ente rappresenta vero e proprio presidio pubblico nel territorio a tutela di risorse naturali, suolo ed acqua, sempre in emergenza tra alluvioni e siccità, di cui non solo l’agricoltura subisce le più gravi conseguenze, ma l’intera collettività, poiché la forte urbanizzazione della stagione del Boom economico che non era ancora pronta alla sensibilità ambientale che in seguito è diventata irrinunciabile. La sicurezza e salvaguardia del territorio, quindi, dipendono in gran parte dall’attività di vigilanza e manutenzione dei corsi d’acqua.
Queste azioni si realizzano attraverso interventi che hanno sempre l’obiettivo di realizzare e mantenere in efficienza un territorio idraulicamente sicuro, valorizzando l’agricoltura e tutelando la conservazione delle risorse naturali.
Venendo al nostro comprensorio l’attuale configurazione deriva dalla unificazione di n° 3 Consorzi di Bonifica precedentemente attivi:
– Consorzio di Bonifica Medio Astico Bacchiglione, con sede a Thiene (VI), della superficie di ettari 38.496;
– Consorzio di Bonifica Riviera Berica, con sede a Sossano (VI), della superficie di ettari 57.174;
– Consorzio di Bonifica Zerpano Adige Guà, con sede a S. Bonifacio (VR), della superficie di ettari 76.702;
Il territorio presidiato mantiene una disordinata alterazione di vaste zone che creano situazioni di elevato rischio idraulico, richiedono un attento esame ed altrettanta attenta programmazione di interventi strutturali, oltre all’attuazione di un piano di manutenzione in grado di prevenire, per quanto possibile, criticità ed eventi rischiosi.
Consorzio attraversa ben 96 Comuni, compresi per intero o parzialmente, distribuiti su tre provincie:
– provincia di Verona: n° 30 Comuni – 39% del comprensorio;
– provincia di Vicenza: n° 61 Comuni – 60% del comprensorio;
– provincia di Padova: n° 5 Comuni – 1% del comprensorio.
Tutti i territori interessati compresi nel nuovo Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta sono caratterizzati da una storia, anche antica, di bonifica. Le origini storiche dei Consorzi risalgono al periodo transizione fra il Medioevo e il Rinascimento. Già nel Medioevo, infatti, i frati Benedettini bonificarono molti territori; successivamente furono i patrizi Veneziani che ispirati dalle loro tecniche misero a coltura vasti appezzamenti acquitrinosi.
La storia dell’attuale comprensorio può essere fatta risalire alla fine del Medioevo, quando il già precario equilibrio del sistema “Adige-Alpone” venne completamente sconvolto dalla definitiva traslazione (diversione) del Chiampo dal sistema dell’Agno-Guà a quello dell’Alpone-Adige (nella seconda metà del 1500), nonché dalla diversione delle acque della Valle Zerpana dall’Adige al Fratta nello stesso periodo.
Il Bacino idraulico Zerpano (Fratta) rappresenta il nucleo storico da cui si è sviluppato l’attuale comprensorio. La sua configurazione è stata definita negli anni ’20 con la realizzazione della nuova botte Zerpana e del relativo collettore che hanno messo in comunicazione le acque basse dell’area interclusa tra Adige e Alpone con la fossa Fratta. Successivamente, negli anni ’60, il collettore principale è stato dotato di impianto idrovoro a servizio dell’area posta in sinistra Alpone, a seguito di consistenti fenomeni di abbassamento per costipamento del terreno.
Le associazioni di privati hanno svolto, in tempi diversi, azioni bonifica, irrigazione e tutela del territorio permettendo lo sviluppo di importanti aree agricole nella pianura veneta, la creazione dei primi nuclei industriali nelle valli ed in generale una costante e perpetua vigilanza sui corsi d’acqua per garantire la sicurezza del territorio contro il costante rischio idrogeologico.
Nonostante l’intensa attività che viene svolta dal Consorzio, anche con la realizzazione di nuovi lavori, si riscontrano ancora diverse aree che necessitano di particolari e urgenti interventi di recupero ed ammodernamento delle opere di scolo, al fine di assicurare il rispetto dei franchi di bonifica a vantaggio sia delle zone agricole che delle aree urbane-produttive e delle infrastrutture presenti, queste ultime ormai intimamente connesse col reticolo idrografico minore. La circostanza assume particolare valenza nell’ambito delle opere affidate a seguito dell’applicazione della L.R. n. 9/83, le quali in molti casi, fatta eccezione delle aree interessate da recenti interventi che hanno ampliato il reticolo di scolo, si trovano ancora in uno stato di grave insufficienza determinato sia dal deposito di materiale terroso proveniente dalle tratte superiori, che dalla presenza di vegetazione arbustiva ed arborea in alveo.
In linea generale in ambito collinare è prevalente la necessità di recuperare la funzionalità degli alvei torrentizi, mentre in ambito vallivo di pianura le maggiori problematiche riguardano l’insufficienza del reticolo in relazione, sia al contenimento delle piene che alla conservazione dei rilevati arginali anche nei confronti di nutrie, volpi, tassi, ecc.
Nella parte valliva del comprensorio, ove sono invece presenti strutture e sistemi idraulici già in esercizio da vari decenni, le maggiori problematiche derivano, da un lato dall’aumento, a volte violento, del carico idraulico prodotto a seguito dell’elevata urbanizzazione, dall’altro dalla naturale vetustà di opere e manufatti.
Inoltre, da un punto di vista più generale, il territorio manifesta una notevole dipendenza dalle condizioni della rete primaria di scolo di competenza di altri Enti, in quanto opere classificate di 2° e 3° categoria (per la maggior parte pensili) incaricata del vettoriamento delle piene proveniente dai bacini montani: Progno di Illasi, sistema Chiampo-Alpone-Tramigna, Fiume Fratta, Fiume Agno-Guà, sistema Bacchiglione-Retrone, Torrente Astico-Tesina.
Varie opere hanno necessità, oltre che della ordinaria manutenzione, di interventi strutturali, per la razionalizzazione della risorsa; in attesa di realizzare ormai indispensabili nuove opere, è sempre necessario dar corso, regolarmente negli anni, a lavori di manutenzione particolari su fondamentali opere irrigue (bacini di Lavagno, del Fibbio, del Canale Maestro, del bacino Ronego, del bacino Ottoville, del bacino Liona, del canale Mordini).
In particolare il prelievo e distribuzione delle acque per irrigazione a beneficio di colture agricole avviene attraverso l’immissione nei campi di adeguate quantità d’acqua in rapporto alle tipologie di piante coltivate e alle precipitazioni piovane. La garanzia delle portate necessarie deriva dalle concessioni di prelievo dal canale L.E.B. che consentono l’alimentazione di canali irrigui e di impianti irrigui a goccia. La presenza di impianti pluvirrigui nella zona pedemontana viene garantita dalla presenza di pozzi.
Ambientale
Il Consorzio effettua anche attività di produzione di energia pulita nel pieno rispetto delle risorse del territorio attraverso le sette centrali idroelettriche della zona pedemontana di cui:
n. 3 centrali idroelettriche entrate in funzione nel 2008 e costruite dal Consorzio di bonifica con finanziamenti propri e provenienti della Regione Veneto ;
n. 4 centrali idroelettriche acquistate dal Consorzio nel 2008.
Tramite l’introduzione di nuovi sistemi tecnologici, l’implementazione degli strumenti informatici in dotazione e lo sviluppo dei processi esistenti, l’Ente orienta le proprie attività perseguendo lo scopo di facilitare lo scambio delle informazioni e l’interconnessione delle procedure, attraverso la dematerializzazione della produzione documentale, al fine di favorire il perseguimento degli obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità di gestione.
Data la nuova configurazione assunta dall’Ente, caratterizzata da complessità di tipo logistico ed organizzativo, e l’esigenza di porsi in costante relazione con il “mondo” della pubblica amministrazione, le attività amministrative sono volte al potenziamento dei processi virtuosi in atto e laddove, insussistenti o carenti, l’avvio di nuovi, con la convinzione che gli stessi possano rendere il “sistema della bonifica” partecipe fattivamente all’attività istituzionale pubblica .
Attraverso l’attivazione di una piattaforma tecnologica sono in corso miglioramenti nei processi logico-organizzativi, tracciando i flussi documentali e supportando l’operatore nell’espletamento delle procedure e al rispetto delle tempistiche e metodi di collaborazione.
Tale piattaforma tecnologica permette inoltre di attivare canali di interazione tra gli uffici dell’Ente e l’utente, il quale può accedere alle informazioni di gestione e programmazione e di fruire di documenti divulgativi, assicurando pertanto comunicazione bidirezionale.
Le attività attuate dal Consorzio riguardano la manutenzione delle opere di bonifica attraverso il monitoraggio degli impianti idrovori e dei canali di scolo sia con il proprio personale sia utilizzando sistemi di telecontrollo che permettono la lettura dei livelli e la posizione delle paratoie o lo stato (arresto o marcia) delle pompe su PC; la progettazione di nuove opere di bonifica al fine di mantenere sempre attivo ed efficiente lo sviluppo dell’agricoltura (progetti P.I.N e P.S.R.) e la conservazione delle risorse naturali (progetti LIFE); la partecipazione alla programmazione territoriale (PAT, PATI, PTCP) per rendere gli interventi adeguati nelle zone che necessitano di maggiori controlli.
Pertanto la sorveglianza e la manutenzione delle reti e dei manufatti attraverso le operazioni di pulizia e diserbo dei canali di scolo e della manutenzione degli impianti idrovori per garantirne un corretto funzionamento fanno sempre parte dell’operosità del Consorzio di bonifica ma, parlare dell’attività del Consorzio esclusivamente in questi termini risulta oggi riduttivo.
Il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta trae stimolo dalla propria natura fondamentalmente “privatistica” volta però all’“interesse pubblico” per diffondere al cittadino informazioni sulle attività che vengono svolte e sui programmi in essere, e per questo motivo è importante l’attività di divulgazione con a tema “Che cos’è un Consorzio di bonifica” attraverso le scuole con concorsi e visite guidate agli impianti o ai bacini di laminazione. Promuove inoltre la partecipazione ad eventi organizzati da ANBI con la “Settimana della Bonifica” o con enti locali come le Provincie con la “Giornata mondiale dell’acqua”.
Concludendo torna perfetta la descrizione data da Serpieri secondo il quale la bonifica integrale risulta essere “la coordinata attuazione di tutte le opere e le attività che concorrono per adattare la terra e le acque ad una più elevata produzione e convivenza sociale” (da A. Serpieri “La bonifica nella storia e nella dottrina”, Bologna 1957).
L’Assemblea è composta da:
a) venti membri eletti, fra gli aventi diritto al voto, dai consorziati proprietari degli immobili ricadenti nel comprensorio consortile e dagli altri soggetti indicati dalle disposizioni di legge, iscritti nel catasto dell’ente e tenuti a pagare il contributo consortile;
b) un rappresentante per ogni provincia ricadente, in tutto o in parte, nel comprensorio consortile;
c) un rappresentante della Regione nominato dalla Giunta regionale;
d) tre sindaci o assessori loro delegati in rappresentanza dei comuni il cui territorio ricade, anche parzialmente, nell’ambito del comprensorio.
Le norme disciplinanti l’elettorato attivo e passivo e le operazioni elettorali sono contenute nella legge 8 maggio 2009, n. 12 recante “Nuove norme per la bonifica e la tutela del territorio”.
Il Consiglio di Amministrazione è composto dal Presidente del Consorzio, dal Vicepresidente, da due membri eletti ai sensi dell’art. 7 comma 2 lett. a), e da un rappresentante regionale, nominato dalla Giunta regionale, che rimane in carica per la durata del consiglio di amministrazione.
Il Presidente ha la legale rappresentanza del Consorzio, con facoltà di delega al Direttore o ad altro dirigente della funzione di cui alla lettera d) del comma 2.
Il Vicepresidente sostituisce il Presidente in caso di assenza o di impedimento e lo coadiuva nell’espletamento delle sue funzioni.
dott. Romano Filippi